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FRI19: Un Tuffo Nel Mondo Romance

FRI19: un tuffo nel mondo romance

Bentornati tra i miei angoli smussati.

Cos’è stato il FRI19?

Il primo Festival del romance italiano; certo, ma poi? Cos’ha rappresentato?

Una festa, prima di tutto. Un bellissimo momento in cui si è celebrato uno dei generi più discussi ma, allo stesso tempo, più seguiti. Perché il romance è sentimento. Chi lo scrive spesso viene etichettato come autrice o autore frivolo e invece, a mio parere, è esattamente il contrario. Chi non crede nei sentimenti, chi non li sente fino in fondo, chi non viene mai attraversato da scosse, non potrà mai scrivere una storia d’amore.

La narrativa è emozione e il romance, proprio per questo motivo, ne è un degno rappresentante.

E l’amore è il punto cardine attorno al quale ruota una carovana di autrici (e qualche autore), di lettrici, blogger, case editrici specializzate nel genere.

Amore per la propria passione, piacere di incontrarsi, di chiacchierare, di scambiarsi opinioni: questi sono gli aspetti più importanti alla base dei miei viaggi letterari; aspetti che hanno rappresentato le fondamenta della prima edizione di questa bellissima rassegna.

Un viaggio di questo tipo comincia molto tempo prima: nel momento in cui si concretizza la possibilità di essere ospite di un evento letterario. Come andrà? Sarò all’altezza? I miei pensieri e le mie parole saranno condivise? I lettori mi ascolteranno? Avranno voglia di vedermi?

Ogni domanda genera un numero elevato di emozioni che scuotono l’anima.

I progetti, a poco a poco, prendono forma. Quali libri portare? Quali gadget? Come allestire il tavolo? Le nuove idee sono alla base di una preparazione di successo. E una preparazione soddisfacente consente di cancellare le comprensibili ansie che precedono l’evento.

Terminata la fase A, comincia la fase B, ovvero la programmazione del viaggio: cercare una sistemazione vicina ma non troppo costosa, il mezzo di trasporto (treno, in questo caso, visto che il Festival si è svolto a Milano) e accordarsi con colleghe, colleghi, amiche e amici.

Fatto questo, non resta che attendere la data di partenza. Dimenticarsene, quasi, per non continuare a tormentarsi il cervello; le decisioni sono state prese e vanno bene. Punto. Il resto è solo eccitazione. Gioia. Emozione, appunto: torno a tirare in ballo quella che presumibilmente sarà la parola più utilizzata tra gli angoli smussati di questo blog.

A mano a mano che la data di partenza si avvicina i sentimenti si amplificano.

Partire è una liberazione, perché è un primo piccolo passo per sentirsi dentro all’evento. Come se la rassegna si trasformasse in un vortice che ci risucchia dentro di sé.

Arrivare il giorno prima – venerdì 28 giugno 2019 – mi ha dato la possibilità di prendere confidenza con l’ambiente senza la frenesia di dover preparare tutto il materiale in fretta. Ho incontrato buona parte delle altre autrici e autori, abbiamo cenato insieme, riso e scherzato, e naturalmente parlato del giorno dopo.

Il giorno dopo, appunto.

Sveglia all’alba e colazione abbondante nell’hotel vicino alla location del Festival. E poi via, a passo spedito per presentarmi all’appello in perfetto orario. Raggiunto il tavolo assegnato, ho moltiplicato le energie per allestirlo nel migliore dei modi grazie, anche, al prezioso aiuto di Rita, la mia collaboratrice. Fatto questo ho cercato di rilassarmi in attesa dell’arrivo dei primi lettori.

I minuti scorrevano lenti perché essendo in uno degli ultimi tavoli, in fondo alla sala, occorreva pazientare. Il tempo l’ho ingannato chiacchierando con le autrici vicine. Due, in particolare, hanno apprezzato i gadget creati da mia madre per l’occasione: presine con ricamate le specialità ferraresi. Cappellacci, ravioli, salame e coppiette: una bontà!

La giornata è volata. Tante persone sono passate a trovarmi – molte conosciute, qualcuna incontrata per la prima volta –, ci siamo presi per mano e ci siamo tuffati nel meraviglioso mondo romance. Foto – alcune divertenti in pose improponibili –, il mio roll-up che non ne voleva sapere di stare appeso al gancio e spesso si chiudeva facendo sussultare le autrici vicine, chiacchiere, autografi, distribuzione dei gadget (oltre alle presine, avevo bag, penne, matite, segnalibri, tazze con stampato il mio logo), fino alla cena conclusiva dove, in relax e tranquillità, abbiamo tirato le somme di quella che è stata una giornata bellissima: organizzata in modo impeccabile, con un’ottima affluenza, tutto è andato liscio fino alla conclusione.

E poi ho avuto anche il piacere di partecipare a uno speed date letterario con More Stories, la Casa Editrice con la quale ho pubblicato, in seguito, il romanzo Tutto mi parla di noi.

Un week-end perfetto anche per merito di una consapevolezza che ha scacciato il dispiacere di salutarsi: ci saremmo rivisti l’anno successivo per una nuova ed entusiasmante edizione.

Ignorando che sarebbe giunto il Covid19 a mettere il bastone tra le ruote.

Ma, anche se il virus ha contribuito ad appuntire questo angolo, le emozioni provate sono state più forti e, nonostante tutto, mi hanno permesso di smussarlo.

L’amore per qualcosa, qualunque cosa sia, ci permette di trascorrere momenti indelebili che rimarranno impressi, per sempre, nella nostra memoria. E nel cuore, soprattutto.

E voi cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti.

Un caro saluto smussatori di angoli.

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