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Il Posto Più Antidemocratico Del Mondo

Il posto più antidemocratico del mondo

 

Bentornati tra i miei angoli smussati.

Cari smussatori, sapete dove si trova il posto più antidemocratico del mondo?

Non tirate fuori il mappamondo, non cercatelo sulla cartina, perché questo luogo è più vicino di quanto possiate immaginare. Si chiama social, ed è un posto irreale fatto di persone reali. Individui che si sentono investiti di un potere che non avevano mai assaporato, e grazie al quale, sul proprio profilo, possono bannare (cancellare) gli indesiderati, eliminare i commenti scomodi, dare sfogo alla propria frustrazione ergendosi a giudici supremi dei pensieri altrui: “il tuo mi piace e perciò lo accetto”; “il tuo non mi piace e perciò lo cancello”.

Questo è un luogo che tira fuori la vera anima delle persone, la maggior parte delle quali si nasconde dietro a un nome fittizio, o una foto del profilo fasulla, per assecondare la propria rabbia, offendere a destra e a sinistra, e mettere in croce il prossimo. Ciascuno si sente in diritto di giudicare qualcuno come se lo conoscesse da sempre, quando in realtà, fino a pochi secondi prima, ne ignorava l’esistenza. E il bello è che questi individui sono gli stessi che ripudiano la guerra e che denunciano i tiranni che la alimentano. Piccoli esseri dai piccoli poteri che dimostrano di non essere migliori dei dittatori che tanto odiano.

Provate a pensare se fossero loro a detenere un grande potere, cosa potrebbero combinare. Loro che pensano di essere democratici senza rendersi conto (o forse sì?) di essere profondamente antidemocratici. Loro che si riempiono la bocca di parole quali libertà e diritti, ma poi sono i primi a volerli sottrarre a chi li infastidisce. Quante volte li ho sentiti dire, tra le righe di quello che scrivono, che sulle loro pagine social pubblicano quello che vogliono; si sentono addirittura in diritto di riportare notizie fake, solo per il gusto di inchiodare semplici sconosciuti o quelle persone famose che disprezzano (forse per invidia?).

E non è finita; ne ho viste di tutti i colori anche dentro ai troppi gruppi che popolano uno dei social più noti. Essi sono amministrati da entità divine (persone comunissime che si convincono di essere tali) che si sentono chissà chi, al punto di decidere, senza preavviso, di disattivare i commenti di alcuni post. Ne consegue che chi ha commentato educatamente, e poi è stato attaccato (è capitato anche a me) non ha più potuto replicare per difendersi da accuse infondate. Solo perché, pur avendo scritto con educazione e rispetto, avevo osato esporre un’idea che andava controcorrente e che ha fatto sentire minacciato chi in quel gruppo detiene il potere.

Mi rendo conto che scrivere qualcosa che esce dal coro è un fatto delicato perché va a scontrarsi con la mentalità a codice binario (dalla definizione di un noto studioso, espressa durante un’ospitata televisiva) di chi non è afferrato su un certo tipo di argomento e non riesce perciò a riconoscere, e a comprendere, le sfumature di chi scrive con cognizione di causa. Questo tipo di mentalità limita la maggior parte delle persone, le quali si accontentano di suddividere chi commenta in due fazioni: i buoni e i cattivi. Non esistono le vie di mezzo: o stai da una parte o stai dall’altra.

Quelli che vengono considerati cattivi vengono dati in pasto alla collettività che si sente forte di un’unione basata sull’ignoranza; ignoranza che viene alimentata e accentuata da chi sarebbe in grado di capire le sfumature di un argomento, ma preferisce convincere la massa che la verità è una sola.

Quello che ai più non è chiaro è che avere la possibilità di scrivere qualunque cosa non ti dovrebbe dare il diritto di scrivere qualunque cosa, specialmente quando ci si improvvisa su argomenti delicati, e a causa della superficialità si rischia di fare del male, soprattutto psicologico, a qualcuno.

Il problema che ne consegue, e che mi addolora, è che spesso chi avrebbe qualcosa di importante da dire rinuncia perché teme di essere sbranato. Ma è sbagliato. Quando siamo preparati su un argomento, dobbiamo continuare ad avere il coraggio di esprimere le nostre opinioni, anche quando sono in contrasto coi pensieri monocorde della collettività; in un mondo di gente tutta uguale, c’è un profondo bisogno di qualcuno che abbia il coraggio di mostrarsi diverso. Perché spesso sono questi individui a fare la differenza, e i social, nonostante tutto, sono un ottimo mezzo per spargere i propri pensieri ovunque e velocemente.

E voi cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti.

Un caro saluto smussatori di angoli.

(Immagini scaricate gratuitamente da Pixabay.com)

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