L’importanza della gavetta
Bentornati tra i miei angoli smussati.
All’inizio, la gavetta è una valigia vuota. Sta a noi riempirla. Giorno dopo giorno.
Il mondo odierno corre veloce. Spesso, il successo è un flash che dura pochi mesi, forse solo giorni. Talvolta qualche secondo e niente di più. Basta una folata di vento per allontanare la valigia vuota. Per portare lontano le illusioni. Che ci sfuggono dalle mani. Crolliamo, soffocati dalle macerie. Rialzarsi è dura; a volte, impossibile.
Ma… il vento non è sufficiente quando la valigia è piena.
Piena di speranze. Di sogni che sono il risultato di anni di sudore versato, di studio, di porte prese in faccia, di cadute e risalite, di giudizi negativi, di rifiuti, di maniche rimboccate, di ossessione; ossessione per migliorarsi. Per dimostrare a se stessi, per primi, di poter raggiungere il traguardo.
Il talento è nulla senza lavoro.
Il lavoro è talento. Insieme alla determinazione. Alla voglia di sacrificarsi. Lebron James ha lavorato duramente per portare i Cavs alla conquistata del loro primo anello NBA. Ed è solo un esempio dei tantissimi che potrei fare.
Il talento è una piantina minuta che va annaffiata ogni giorno. Solo così può crescere. Solo in questo modo non appassirà ancora prima di avere vissuto.
I talent, specialmente quelli musicali perché sono “televisivi” e perciò in numero maggiore, sono un’opportunità. Quello che non mi piace è l’esaltazione, spesso eccessiva, di alcuni concorrenti che il giorno dopo vengono dimenticati. Avete capito bene: il giorno dopo vengono dimenticati.
Se vi chiedessi l’elenco dei finalisti di ogni talent, dalla prima edizione a oggi, sareste in grado di stilarlo? No, vero? Il motivo è semplice: perché la maggior parte di questi presunti ragazzi talentuosi sono finiti nell’orribile bidone del dimenticatoio. Per colpa loro? Non solo, credo.
Provo a condividere con voi la mia personale interpretazione, sfruttando quella meravigliosa capacità che troppo spesso dimentichiamo di possedere: l’empatia. Provo a calarmi nei panni di uno di questi concorrenti.
Tutti mi dicevano che ero bravissimo, che avrei potuto cantare anche la lista della spesa e sarebbe diventata un successo, ma, dopo il primo disco, hanno cominciato ad accantonarmi, ed essere messo da parte è stata un’esperienza terribile dalla quale non mi sono più ripreso. Com’è possibile che sia successo visto che ero considerato, all’unanimità, il nuovo talento della musica italiana?
Perché la valigia è vuota, evidentemente. Una valigia piena non contiene solo i mezzi professionali necessari per scalare la ripida montagna, ma fornisce anche quelli emotivi (che forse sono più importanti): grinta, capacità di riprendersi dopo una batosta, fiducia nei propri mezzi; fiducia costruita giorno dopo giorno grazie alle nozioni acquisite.
I rifiuti sono essenziali per crescere, perché il miglioramento parte soprattutto da lì. Dalla voglia di migliorare per dimostrare qualcosa. Per essere orgogliosi di se stessi. Chi, al contrario, viene elogiato in modo spropositato non sente la necessità di migliorare perché gli fanno credere di essere già arrivato sulla cima della montagna. E invece su quella cima non si arriva mai. Perché anche i migliori posseggono delle lacune e sono dotati dell’umiltà necessaria per rendersene conto. E con la loro curiosità, elemento imprescindibile, cercheranno di colmarle.
La gavetta è l’ingrediente principale per affrontare la vita nel modo migliore. Qualunque sia il vostro obiettivo. Perché qualsiasi salita diventa meno ripida se la valigia è piena. E non ci sarà vento in grado di spazzarvi via.
E voi che ne pensate? Abbiamo smussato un altro angolo?
Scrivetelo nei commenti.
Un caro saluto smussatori di angoli.
(Immagini scaricate gratuitamente da Pixabay.com)
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Che dire Marco caro… Hai toccato tutti i punti più importanti di ciò che fa la differenza quando si è a metà della salita e ad ogni spinta si rischia di cadere. In realtà hai dato uno spunto molto importante sulla centralità della costanza quando ci si impegna in qualcosa. Il rispetto per il successo è ciò che si impara cadendo e rialzandosi con dignità in un mondo che non sempre (anzi… raramente) premia i migliori. Grazie di questo bellissimo articolo! Giulia Ross
Grazie mille a te, Giulia, per il commento. Hai centrato in pieno il punto: “il rispetto per il successo è ciò che si impara cadendo e rialzandosi con dignità in un mondo che non sempre premia i migliori”. Proprio così. Un abbraccio.